18 luglio

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)

 


mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 

Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 

Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


 

 
 
 


L’episodio si svolge nella cornice del viaggio di Gesù verso Gerusalemme; ciò fa comprendere il bisogno di trovare ospitalità per rifocillarsi dalla stanchezza. Il luogo dove Gesù sosta è ritenuto Betania. L’episodio è inserito dopo la narrazione del buon samaritano non solamente perché continua il riferimento all’amore verso il prossimo, ma principalmente perché esso fa risaltare che accanto al precetto dell’amore l’unica cosa necessaria è l’ascolto della parola di Gesù.


L’ospitalità delle due sorelle Marta e Maria è caratterizzata dalla generosità. Marta è descritta come l’attenta padrona di casa. Essa accoglie Gesù, gli dà gli onori di casa e prepara con amore la mensa: è tutta affaccendata per offrire un buon pranzo all’ospite.
La sorella Maria al contrario si pone a sedere ai piedi di Gesù per ascoltarne la parola. Mettersi ai piedi di qualcuno significa farsi suo discepolo; è l’atteggiamento caratterizzante il discepolo. Anche S. Paolo fu istruito ai piedi di Gamaliele ( cf At 22,3). Ma questo ruolo secondo la mentalità del tempo era riservato soltanto agli uomini. Così i rabbini non accettavano donne come discepole. Per Gesù non è cosi; per lui anche le donne sono chiamate all’ascolto e a divenire discepole.
La differenza del comportamento delle due sorelle risulta evidente allorché Marta con parole eccitate si rivolge direttamente a Gesù per biasimare l’inazione della sorella. Sicura che Egli dica una parola perché Maria si alzi e vada ad aiutarla aggiunge fiduciosamente: “
Dille dunque che mi aiuti”.

Gesù fa comprendere a Marta che l’atteggiamento giusto non è il suo, ma quello della sorella. Riprendendola affettuosamente le dice: “
Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.

Maria ha scelto la parte migliore, cioè ha saputo utilizzare la venuta di Gesù mettendosi all’ascolto della sua parola salvifica. Marta, preoccupandosi di tante cose, finisce per perdere di vista la novità del visitatore, la sua presenza e quindi il desiderio di ascoltarlo.
Certamente ambedue le sorelle vogliono offrire a Gesù una buona accoglienza, ambedue vogliono dargli un segno della loro premurosa ospitalità, del loro amore. Lo fanno in modo differente. Per Marta è importante darsi da fare per preparare un buon pranzo. Essa si affanna, si agita. Per Maria invece ciò che importa è godere di questo incontro con Gesù, saper ascoltare la sua parola.
L’amorevole rimprovero che Gesù rivolge a Marta: «
Marta, Marta, ti preoccupi, ti agiti per troppe cose» quindi deve essere ben inteso. Esso non va compreso come l’esaltazione del primato della vita contemplativa (rappresentato da Maria) su quello della vita attiva (rappresentato da Marta). L’ ascolto e il servizio infatti sono due atteggiamenti che caratterizzano la vita di ogni discepolo; occorre però che il servizio non distragga dall’ascolto. La tensione non è tra servizio ed ascolto, ma tra ascolto e servizio affannoso, agitato che fa perdere di vista il primato dell’ascolto.

Il rischio dell’attivismo è presente nella vita di ogni cristiano. Si dimentica facilmente che il servire gli altri senza avere dato la priorità all’ascolto di Gesù fa correre il pericolo di considerare gli uomini più importanti di Dio. Il vero discepolo di Gesù è colui che ogni giorno dà il giusto primato all’ascolto di Gesù tramite la lettura della S. Scrittura e si lascia trasformare interiormente da Lui.

 

Padre sapiente e misericordioso, donaci un cuore umile e mite per ascoltare la parola del tuo Figlio che risuona ancora nella Chiesa, radunata nel suo nome, e per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…