|
L’episodio
si svolge nella cornice del viaggio di Gesù verso Gerusalemme;
ciò fa comprendere il bisogno di trovare ospitalità per
rifocillarsi dalla stanchezza. Il luogo dove Gesù sosta è
ritenuto Betania. L’episodio è inserito dopo la narrazione del
buon samaritano non solamente perché continua il riferimento
all’amore verso il prossimo, ma principalmente perché esso fa
risaltare che accanto al precetto dell’amore l’unica cosa
necessaria è l’ascolto della parola di Gesù.
L’ospitalità delle due sorelle Marta e Maria è caratterizzata
dalla generosità. Marta è descritta come l’attenta padrona di
casa. Essa accoglie Gesù, gli dà gli onori di casa e prepara con
amore la mensa: è tutta affaccendata per offrire un buon pranzo
all’ospite.
La sorella Maria al contrario si pone a sedere ai piedi di Gesù
per ascoltarne la parola. Mettersi ai piedi di qualcuno
significa farsi suo discepolo; è l’atteggiamento caratterizzante
il discepolo. Anche S. Paolo fu istruito ai piedi di Gamaliele (
cf At 22,3). Ma questo ruolo secondo la mentalità del tempo era
riservato soltanto agli uomini. Così i rabbini non accettavano
donne come discepole. Per Gesù non è cosi; per lui anche le
donne sono chiamate all’ascolto e a divenire discepole.
La differenza del comportamento delle due sorelle risulta
evidente allorché Marta con parole eccitate si rivolge
direttamente a Gesù per biasimare l’inazione della sorella.
Sicura che Egli dica una parola perché Maria si alzi e vada ad
aiutarla aggiunge fiduciosamente: “Dille
dunque che mi aiuti”.
Gesù fa comprendere a Marta che l’atteggiamento giusto non è il
suo, ma quello della sorella. Riprendendola affettuosamente le
dice: “Marta,
Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è
la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore,
che non le sarà tolta”.
Maria ha scelto la parte migliore, cioè ha saputo utilizzare la
venuta di Gesù mettendosi all’ascolto della sua parola
salvifica. Marta, preoccupandosi di tante cose, finisce per
perdere di vista la novità del visitatore, la sua presenza e
quindi il desiderio di ascoltarlo.
Certamente ambedue le sorelle vogliono offrire a Gesù una buona
accoglienza, ambedue vogliono dargli un segno della loro
premurosa ospitalità, del loro amore. Lo fanno in modo
differente. Per Marta è importante darsi da fare per preparare
un buon pranzo. Essa si affanna, si agita. Per Maria invece ciò
che importa è godere di questo incontro con Gesù, saper
ascoltare la sua parola.
L’amorevole rimprovero che Gesù rivolge a Marta: «Marta,
Marta, ti preoccupi, ti agiti per troppe cose»
quindi deve essere ben inteso. Esso non va compreso come
l’esaltazione del primato della vita contemplativa
(rappresentato da Maria) su quello della vita attiva
(rappresentato da Marta). L’ ascolto e il servizio infatti sono
due atteggiamenti che caratterizzano la vita di ogni discepolo;
occorre però che il servizio non distragga dall’ascolto. La
tensione non è tra servizio ed ascolto, ma tra ascolto e
servizio affannoso, agitato che fa perdere di vista il primato
dell’ascolto.
Il rischio dell’attivismo è presente nella vita di ogni
cristiano. Si dimentica facilmente che il servire gli altri
senza avere dato la priorità all’ascolto di Gesù fa correre il
pericolo di considerare gli uomini più importanti di Dio. Il
vero discepolo di Gesù è colui che ogni giorno dà il giusto
primato all’ascolto di Gesù tramite la lettura della S.
Scrittura e si lascia trasformare interiormente da Lui. |